Tuesday, May 15, 2007

I regali di Veltroni

14-05-2007 Andrea Boitani - Articolo tratto da www.lavoce.info

Buone intenzioni, malevole interpretazioni e trattative fallite

Il sindaco di Roma Walter Veltroni, nel corso della sua vittoriosa campagna per la rielezione, aveva sottolineato la necessità di migliorare i servizi di trasporto pubblico a Roma, da quelli collettivi a quelli individuali come i taxi. Il ministro Bersani, con il decreto legge 223/2006, emanato poco dopo l’insediamento del governo, aveva fornito al sindaco di Roma (e naturalmente a tutti i sindaci d’Italia) un buono strumento per migliorare almeno il servizio di taxi. Il decreto prevedeva una deroga al divieto di cumulo delle licenze taxi e introduceva la possibilità per i comuni di "vendere" le licenze, distribuendo una quota consistente dei proventi ai vecchi tassisti che non avessero acquistato una nuova licenza. La reazione dei tassisti, specialmente a Roma, fu durissima. Il bersaglio fu soprattutto la deroga al divieto di cumulo, che avrebbe consentito l’avvio di uno sviluppo "industriale" del settore, fortemente avversato dagli attuali tassisti che sono e vogliono restare "padroncini" (oltre che pochi). I malevoli dicono che il sindaco di Roma, preoccupato per i blocchi del traffico provocati dai tassisti, abbia contribuito alla "mediazione" che ha portato – in sede di conversione del decreto legge – a riconfermare il divieto di cumulo. Gli stessi malevoli pensano che forse Veltroni voleva acquisire così credenziali sufficienti a ottenere l’incremento del numero di vetture in circolazione, mantenendo al contempo la "pace sociale". Senza dar credito ai malevoli, sta di fatto che, una volta incassato il divieto di cumulo e siglato un vantaggioso accordo sulla tariffa "predeterminata" (42 €) tra l’aeroporto di Fiumicino e qualsiasi indirizzo all’interno delle Mura Aureliane, i tassisti romani non hanno accettato che l’effettivo svolgimento delle turnazioni aggiuntive - richiesto dal Comune e dalla categoria accettato malvolentieri - venisse sottoposto a "idonee forme di controllo sistematico", come previsto dal decreto convertito in legge (L. 248/2006). Il sindaco e la sua giunta sono così passati all’attacco, decidendo di rilasciare mille nuove licenze. Ottima idea.
Nuove licenze sì, ma come?
La delibera di giunta n. 584 del 2 novembre 2006 stabiliva che le licenze dovessero essere rilasciate a titolo gratuito. Veniva così accantonata la possibilità offerta dal "decreto Bersani" di vendere le licenze e si ricorreva alla procedura già adottata nel 2005 per il rilascio di 300 nuove licenze. La procedura prevedeva un "concorso per titoli ed esami". L’esame è costituito da una serie di quiz a risposta multipla su materie rilevanti per un conducente di taxi (dalla toponomastica urbana alle leggi nazionali e regionali in materia di taxi) ed è superato se il candidato raggiunge almeno un punteggio di 36 su 60 domande che valgono ciascuna un punto. I titoli sono costituiti dai diplomi di studio conseguiti (8 punti per il diploma di scuola secondaria, 12 per la laurea triennale, 15 per la laurea quinquennale, senza possibilità di cumulo), dall’anzianità di iscrizione al ruolo dei conducenti di Roma (0,25 punti per semestre); stato di disoccupazione a partire dal 1993 (1 punto per trimestre, fino a un massimo di 20 punti); attività svolta come sostituto alla guida di taxi, sempre dal 1993 (0,03 punti per ogni giorno); figli minori a carico (2,5 punti per ciascuno, con un massimo di 10 punti) e infine essere stati affidatari di servizi integrativi di trasporto pubblico di linea (2 punti per ciascun anno dal 1998).
Corporazione e istruzione
Ogni licenza a Roma vale intorno ai 200mila euro; quindi il Comune – nel bandire mille nuove licenze a titolo gratuito – ha deciso, di fatto, di regalare una somma rilevante ad alcuni cittadini di cui, con la definizione dei titoli e il peso loro attribuito, traccia i connotati. La preferenza sembra andare a chi ha già messo un piede nella corporazione ma non vi è entrato del tutto (i sostituti alla guida) e ai disoccupati, istruiti e con molti figli a carico. Chi sia iscritto al ruolo dal 1993 e abbia svolto nel passato quindicennio 500 giorni di sostituzione alla guida può vantare 22,5 punti, incrementabili fino a 32,5 punti con 4 figli a carico e a 37,5 punti con dieci trimestri di disoccupazione. Un laureato magistrale con 4 figli a carico raggiungerebbe 25 punti, incrementabili fino a 35 se ha accumulato 20 trimestri di disoccupazione. Le 300 licenze bandite nel 2005 e rilasciate con non poche polemiche (1) sono quasi tutte andate a sostituti alla guida (in genere parenti dei vecchi tassisti). Ma il numero di questi soggetti non è illimitato e ora si aprono molti spazi per i laureati e i diplomati disoccupati. L’istruzione e la famiglia numerosa sono belle cose ed è possibile (dal momento che i tassisti, in genere, hanno una vera passione per lo scambio di opinioni con i clienti) che una corsa in taxi con un guidatore colto sia più piacevole della stessa corsa con un incolto. Resta il fatto che il mismatch tra livello di istruzione e mansioni non è esattamente un buon esempio di efficienza allocativa e che una vasta presenza di nuovi tassisti dotati di laurea specialistica è probabile non contribuisca a far scendere il salario di riserva della categoria. E poiché l’elevato salario di riserva dei tassisti è garantito dal numerus clausus, è ragionevole attendersi che la scelta del Comune di Roma avrà l’effetto di rendere ancora più difficile, in futuro, aumentare le licenze e industrializzare il settore.
Discriminazione e "sterco del demonio"
A ciò va aggiunto che la legge della Regione Lazio n. 58 del 1993 stabilisce, all’articolo 17, che per iscriversi al ruolo dei conducenti di auto pubblica e, quindi, avere diritto di partecipare al concorso per aggiudicarsi una licenza di taxi, bisogna essere cittadini italiani o di un paese dell’Unione Europea. Gli extra-comunitari non possono dunque partecipare all’estrazione a premi. Alla faccia delle pari opportunità e dell’obiettivo di integrazione e della promozione sociale degli immigrati. Certo, il denaro sarà pure sterco del demonio, o almeno tale sembra essere la percezione che ne ha gran parte dei politici italiani; ma l’esperienza di molti secoli insegna che vendere beni scarsi in cambio di denaro ha effetti meno distorsivi di quelli che si hanno con le elargizioni del Principe o con l’applicazione di opinabili criteri di razionamento. Inoltre, il Principe benevolo può utilizzare il denaro ricavato per effettuare una redistribuzione a un tempo più mirata e più trasparente di quella ottenibile fissando pesi ad hoc in un "concorso per titoli ed esami".Non consola il pensiero che anche il Comune di Milano (da quindici anni governato dal centrodestra) si accinga a seguire la strada di Roma (da altrettanto tempo governata dal centrosinistra).
(1) Alcuni degli assegnatari sono risultati avere precedenti penali.

3 comments:

Antonio Candeliere said...

I Politici Italiani sono famosi per queste cose...sono cambiati i volti dall'ex DC ma lo spirito è sempre uguale e la formazione politica peggiore.
C'è bisogno di un ricambio generazionale!

Anonymous said...

grande concordo... i tassisti sono ladri

Anonymous said...

Bersani ha detto che si poteva migliorare almeno il servizio taxi!!! E ti credo non costa nulla!!! E no ministro caro allora prima assumi tutti i taxisti con stipendio fisso statale e tutti i privilegi che questi hanno e poi(festivi,prefestivi,malattie,contributi,maternità,tredicesime ecc ecc)e poi ne riparliamo,(scommettiamo che il servizio taxi risulterebbe non solo sufficente ma addirittura esuberante)

P.S. Per il blog da una parte questo blog fà un favore a tutti i tassisti onesti continuate a denunciare i disonesti almeno qualcuno a trovato il coraggio di fare nome e cognome di questi indegni cmq tengo a precisare che aroma circolano più di 7000 taxi e non mi sembra che ne siano stati trovati tantissimi di disonesti!!!
(frall'altro se sta gente ancora circola date pure la colpa ai vigili complici e corrotti che non fanno il loro lavoro quindi cominciamo a fare nomi e cognomi anche dei vigili ladri che anche se chiamati in certe situazioni fanno finta di non sentire e se ne vanno via)